L’incendio di alcuni giorni fa nel data center OVH di Strasburgo ha avuto importanti conseguenze per molte aziende e pubbliche amministrazioni. Dall’impossibilità di accedere ai propri dati presenti nel cloud a disservizi vari come rallentamenti, siti web off line ecc. Cosa ci insegna il caso OVH?

Analizzando l’accaduto senza pregiudizi alcuni, il concetto emergente è che non si tratta di schierarsi “politicamente” pro/contro il cloud o criticare l’azienda francese perché “non sarebbe dovuto accadere”. La verità è che anche assumendo tutte le procedure e gli accorgimenti necessari, fatti come questo sono sì rari, ma possono comunque succedere.

Un punto è necessario farlo: cloud non significa assolutamente immortale, indistruttibile, sicuro, affidabile. Questa credenza è pericolosamente diffusa ma altrettanto utopistica. Parallelamente, lo stesso concetto può dirsi valido per coloro che ritengono che avere i dati “in casa” sia la soluzione migliore.

Il problema non è infatti dove “mettere” i dati, ma come garantire che in caso di gravi incidenti io possa essere ragionevolmente certo di ripristinarli! Il CEO di OVH ha affermato: “Raccomandiamo (ai clienti) di attivare il vostro piano per il ripristino di emergenza”.

Tutto corretto, se questo piano lo avevo previsto e se ho effettuato correttamente i back up accertandomi che siano stati eseguiti correttamente. O addirittura se avevo previsto un piano di “Disaster Recovery” che non solo garantisce di non perdere i dati aziendali ma anche di continuare ad averli disponibili (e quindi di dare continuità ai processi aziendali) anche in caso di incidenti gravi.

Qualcuno ha detto: “Cosa fai quando brucia un data center? Semplice, “lo fai bruciare fino alle fondamenta” a patto di aver attuato le corrette politiche di back up. L’incidente al data center di OVH deve insegnarci esattamente questo: niente e nessuno può garantirci che i dati aziendali siano al sicuro. Solo noi possiamo farlo, dando la giusta importanza alle politiche di back up e verificandone l’esecuzione effettiva.

Perché è sempre valida la frase “Non succede, ma se succede……”

Cosa succederebbe se domani foste privati di tutti i vostri dati aziendali? Sareste in grado di determinare il valore economico di questi dati? La perdita dei dati sarebbe quantificabile?

Memores da 40 anni approccia alla sicurezza del dato con serietà e responsabilità, trovando insieme al cliente la soluzione che rispetta le aspettative tecniche ed economiche e garantisca il livello di servizio necessario alle esigenze o aspettative.

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